Nel mondo dell'Hotellerie si usa spesso la formula: "𝐕𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐚". Il punto è che questa casa di cui si parla è la casa dell'albergatore di turno.
Personalmente adotto un approccio differente: a me piace che i clienti si possano sentire un po' anche a casa loro, quella da cui provengono. E quale miglior modo se non quello di venirgli incontro con quelle piccole abitudini quotidiane che ricordano casa? Quelle difficili da trovare in Italia, che rientrano nella cura del dettaglio, anche se non sono parte della nostra cultura.
Nessuno strumento è meglio proprio del breakfast, perché se tanti anni fa un noto marchio di pasta diceva che era sinonimo di casa per noi italiani, dei noodles istantanei forse rappresentano lo stesso per qualcun altro.
Ho notato che molti clienti rimangono spiazzati della mancanza di prodotti o pietanze globalmente riconosciuti come Italiani, mi piace cercare di fornirglieli nel modo in cui loro li conoscono e li utilizzano, interpretandoli in base alla qualità dell'offerta locale.
Mi diverto come un pazzo a cercare sempre novità, fa un po' parte della mia curiosità gastronomica e, in tal senso, vi invito ad analizzare insieme a me la spesa che ho fatto oggi.
👉🏻 Brownies e Waffle ormai di uso comune anche in Italia, li lasciamo nel nostro buffet;
👉🏻 Burro d'arachidi, ormai entrato anche nelle abitudini italiane in quanto cibo altamente proteico;
👉🏻 Pane azzimo, per un'attenzione verso la nostra clientela di religione ebraica. Anche questo è un prodotto trasversale, apprezzato da una buona fetta di clientela attenta all'alimentazione sana;
👉🏻 Philadelphia Vegan: prodotto apprezzatissimo e base della nostra colazione;
👉🏻 Ramen istantaneo, non avendo (per ora) una proposta di zuppe calde, in presenza di clientela asiatica in questi giorni, abbiamo voluto fornirgli un altro prodotto di utilizzo comune.
Trovate poi i vari dressing per le insalate. 🥗 Sugli scudi metto il fantastico Italian Dressing, che è quello che finisce per primo. La Ranch, la più amata negli USA (ndr da cui proviene una buona maggioranza dei miei clienti), quasi introvabile in Italia sia nella GDO, men che meno nel mondo HORECA. Poi il Pesto. Ebbene, non me ne vogliano gli amici liguri, ma nel mondo è usato come condimento, una salsa al pari della maionese et similia.
Chiudo con quel barattolino giallo, la Marmite, una specie di composta a base di estratto di lievito, un sapore per noi italiani poco gradevole, ma onnipresente sulle tavole britanniche e con, il nome di Vegemite, su quelle Australiane.
Questa è una piccolissima parte dei prodotti che offriamo, ma è esplicativo della nostra idea di ospitalità, di attenzione e di sincera volontà di venire incontro alle esigenze dei nostri ospiti. Una ricerca costante, un cambiamento dei punti di vista personali, che per una 50ina di euro di spesa ci permette di dare quella coccola in più che va a creare il sapore ed il profumo di casa.
5000 anni in una timeline: l'importanza della storia comparata
Qualche tempo fa, mentre ricercavo materiale per i miei corsi mi sono imbattuto in questa, la Oxford Cartographer World Timeline Map.
Si tratta di un grafico che sintetizza oltre 5000 anni di storia umana, ponendo in un'unica timeline gli eventi accaduti in contemporanea nei vari continenti. Pecca di eurocentrismo, tuttavia è esplicativa di un approccio completo alla conoscenza storica.
Personalmente adoro la storia comparata, mi sono sempre chiesto perché in Italia non si studiasse in questo modo. Cercare di comprendere cosa avvenne nello stesso momento storico in tutto il mondo penso aiuterebbe ad interpretare molte dinamiche anche attuali. La visione olistica del mondo è a dir poco fondamentale per lo sviluppo personale dell'individuo, nonché generale della società.
Nei miei corsi cerco sempre di condividere e stimolare una visione olistica di quanto ci circonda così da creare una sorta di "visione d'insieme" che permetta di comprendere meglio chi siamo, dove siamo e chi ci circonda 🌎
Lettera aperta di un albergatore, non necessariamente nerd, sull’arrivo dell’Intelligenza Artificiale nel settore turistico
Tra i nostri lettori, clienti, partner e amici ci sono personaggi interessanti che meritano attenzione. Spesso in rappresentanza di una larga fetta di imprenditori, possono offrirci l’opportunità di vedere quello che spesso trattiamo in maniera estremamente tecnica con un diverso punto di vista, più vicino all’albergatore medio e per questo motivo più facile da capire.
Ringrazio Guglielmo Del Fattore che, oltre ad essere un giovane e brillante albergatore, è anche un amico estremamente piacevole da ascoltare e facile da capire, buona lettura!
IO SONO GUGLIELMO DEL FATTORE E OGGI VI DICO COSA PENSO...
“Dato che è il tema del momento, una volta tanto ho voglia di spendere anche io i miei due centesimi sul tema innovazione tecnologica Vs imprenditore semi boomer/non nativo digitale. In tal senso prendete col beneficio dell'inventario quanto vado a scrivere.
Punto 1
Lapalissiano: il settore turistico è sempre più "vittima" dei repentini cambiamenti tecnologici e, al contempo, delle aspettative in evoluzione dei consumatori.
Punto 2
Altrettanto ovvio, si deve cercare di stare al passo di tutto ciò! Cosa che, premettendo appunto la mia ignoranza tecnica in materia, cerco di fare avvicinandomi al tema quanto meno sul piano informativo. Assicuro che per un piccolo imprenditore come me non è semplice, fortunatamente abbiamo fior di professionisti e divulgatori che ci forniscono spunti costanti su cui riflettere e da poter applicare nelle nostre aziende. Non cito nomi per non far torto a nessuno, ma dato che alcuni di loro mi leggono, li invito a leggere con attenzione.
E qui si arriva al punto 3... l’Intelligenza Artificiale!
in questo contesto, gli imprenditori non solo devono adattarsi a quanto sta avvenendo, ma devono avere nuovamente il coraggio di prendere l'iniziativa e procedere a introdurre le novità in corso di sviluppo.
Volendo utilizzare un punto di vista meramente oggettivo, mi sembra ormai pacifico che con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale stiamo vivendo una nuova fase di trasformazione tecnologica, pari a quella vissuta circa un quarto di secolo fa con l'introduzione delle tecniche di revenue management, degli albori del web marketing e, successivamente, del Social Media Management. Non voglio assolutamente parlarne tecnicamente, non mi compete e mi ritengo tutto fuorché un esperto. Desidero più che altro parlarne dal punto di vista delle applicazioni che ne sto facendo nelle nostre aziende, sfruttando in particolare l'A.I. generativa.
In primis, sono convinto del potenziale di trasformazione che può avere per l'esperienza turistica, se utilizzata come ruolo di facilitatore, in tal senso il primo utilizzo che ne ho voluto fare è quello di creazione di comunicazioni plurilingue sintetiche, con riferimento a suggerimenti riguardo al territorio in cui operiamo. In passato avrei perso ore a effettuare un lavoro simile, ora in 5 minuti posso avere un risultato abbastanza preciso che mi permette di dare un servizio gradito alla clientela (dopo le opportune modifiche), fornendo così raccomandazioni di viaggio personalizzate, basate sui dati comportamentali degli utenti. Sempre in base a ciò, stiamo affinando alcuni servizi, basandoci su analisi di carattere geografico.
L'altro aspetto di utilizzo immediato, naturalmente, è la preparazione di risposte alle recensioni, confesso che è un grande aiuto. Come anche la parte di gestione delle chat, di utilizzo comune, nella nostra realtà è in via di implementazione. Tuttavia, su questo ci stiamo prendendo del tempo, perché stiamo valutando diversi strumenti come anche quelli utili alla gestione della Customer Satisfaction, tantissima roba...
Ma ora passiamo alla parte più divertente, almeno per me: l'analisi dei dati...
Su questo aspetto abbiamo finalmente uno strumento monstre per poter incrociare i nostri dati interni (tabelle pivot, potete finalmente sparire nell'oblio della storia), nonché raccogliere dati esterni. In questo senso oltre che alcuni nostri software che già utilizzano l'AI, ho trovato molto utili gli strumenti di Microsoft, Copilot in primis, oltre che la stessa ChatGPT. In base ad alcuni risultati abbiamo impostato delle campagne promozionali dedicate (sia su OTA che su canali diretti).
Comunque, ho portato alcuni esempi spicci, quel che mi preme far capire è che chi scrive è un semianalfabeta in materia, ma proprio avendo ravvisato l'importanza di quanto sta avvenendo, comunque mi sono mosso per cercare di gestire questo cambiamento. Con ciò non sto dicendo che sono bravo, anzi, in alcune fiere ho sentito parlare colleghi che stanno avanti migliaia di anni luce rispetto a me, ma semplicemente penso che sia uno dei miei doveri di imprenditore quello di non stare fermo e bloccarmi sulla frase "si è sempre fatto così".
Spero che la mia testimonianza possa essere d'aiuto, Buona AI a tutti!
In Hotel Ci Sono Nato: Una Riflessione Sulle Nuove Dinamiche Generazionali e il Settore Alberghiero
Nel mio caso la frase “In hotel ci sono nato”, risulta abbastanza veritiera…
In questa foto i miei nonni, albergatori anche loro, sulla terrazza del nostro vecchio hotel, l’Albergo Cesàri e, dato che sono nato nel marzo ’83, questa foto sarà al massimo di un paio di mesi scarsi.
Ora, a prescindere dai ricordi, lo spunto che mi è venuto guardandola è un altro: mia Nonna aveva all’epoca 60 anni, mio Nonno 74. A vederli, erano indiscutibilmente anziani ed anche parecchio!
Ora, prendete un qualsiasi 60enne di adesso, avrete una persona che dimostra almeno 10/15 anni in meno della signora in foto, d’altronde che l’aspettativa di vita negli ultimi decenni sia aumentata è un dato oggettivo, ma l’aspetto sul quale mi concentro è un altro, la dilatazione delle fasce di età.
Fino agli anni 80/90 a 25 anni si era adulti, i figli fioccavano e le responsabilità pure, come anche gli investimenti etc. A 40 anni si era nella maturità piena e verso i 55 iniziava la terza età. Tanto che ancora spesso per indicare il segmento aging si usa la dicitura “Over Sixties”.
La realtà ormai è differente dato che l’orologio biologico si è spostato in avanti di almeno 10 anni. I 25 anni di oggi hanno caratteristiche più simili alla fascia dei teenagers, anche perché è a 30 anni che in media si entra nella fascia dell’età adulta, a 35/40 inizia quella delle responsabilità vere e proprie (i figli si fanno sempre più in quest’epoca di vita) e fino a 65/70 anni si è pienamente attivi sia a livello di vita che dal lato professionale (non voglio entrare in discorsi relativi all’età pensionabile). L’anzianità ormai subentra tra i 75 e gli 80 anni e anzi, anche qui ormai si sta andando ben oltre.
Lo spunto è, abbiamo realmente compreso la dirompenza di questo cambiamento? Sappiamo rapportarci a segmenti di mercato che a livello anagrafico mostrano caratteristiche ben diverse rispetto al passato?
Vanno completamente ripensate le categorie generazionali, ed i relativi comportamenti di consumo. La segmentazione storica di marketing va rivisitata. Questo presuppone anche un ripensamento nel rapportarsi con i clienti, la capacità di offrire un prodotto più adeguato e con una varietà di offerta diversa, in cui ogni fascia possa trovare quel che richiede.
Spesso mi è capitato di vedere nei 50enni attuali un comportamento giovanile (non me ne vogliano gli amici della Generazione X, tanto vi stiamo per raggiungere anche noi Millenials) ma è interessante come si può ripensare il prodotto hotel per una categoria di clienti ben differente dai pari età degli anni ‘80.
Nel breve futuro il nostro mondo sarà il primo nella storia che vedrà in contemporanea la presenza di persone appartenenti a generazioni molto diverse l’una dall’altra: Boomers, Gen X, Millenials, Gen Y e Gen Alpha, probabile anche che nei prossimi decenni queste fasce aumenteranno, tra le tante sfide del nostro settore abbiamo anche questa da affrontare per offrire un prodotto sempre adeguato alle richieste del pubblico.
Da Milano a Roma: il progetto ambizioso di COIMA per trasformare la Capitale
C’è una notizia degli ultimi giorni che mi ha fatto molto piacere, riguardo il progetto di riqualificazione delle ex Caserme di Via Guido Reni a Roma (zona Flaminio, limitrofo al MAXXII di Zaha Hadid). E’ stata infatti presentata un’unica offerta vincolante da parte di COIMA, il gigante degli investimenti nel settore delle riqualificazione urbane, facente capo a Manfredi Catella. Questa notizia fa il paio con un altro recente intervento da parte della stessa impresa, che ha visto l’acquisto di 3 edifici di pregio nel centro storico capitolino, tra cui uno dei gioielli liberty della città, la Galleria Sciarra.
Perché queste notizie fanno piacere?
Facciamo un passo indietro nel tempo e andiamo anche qualche km più su al nord, precisamente a Milano.La grande rinascita di Milano degli ultimi 15 anni è cosa ben nota, a prescindere dalle problematiche del post covid (prezzi, sicurezza etc.), tutti argomenti entrambi sui quali sono stati scritti fiumi di parole, desidero però concentrarmi sul primo punto. Questa rinascita generalmente viene fatta coincidere con l’Expo del 2015, evento di valore assoluto e che indubbiamente è stato un volano, ma in realtà tutto nasce nel decennio precedente, in particolar modo con la pianificazione urbana, sia a livello di sviluppo delle infrastrutture (metro ect.), ma ancor di più per quanto riguarda la riqualificazione di diverse aree urbane.
Il primo progetto sulla carta fu quello della ex Fiera, che ha portato alla nascita del quartiere Citylife e le Tre torri, ma l’impatto forse più grosso probabilmente lo si può assegnare all’operazione Porta Nuova. Per chi non avesse presente, parliamo della zona un tempo semi abbandonata del Luna Park delle Ex ferrovie Varesine, un’area sulla quale con lungimiranza si decise di intervenire radicalmente e che ha portato alla costruzione del quartiere spettacolare che conosciamo oggi, tra Gae Aulenti, Biblioteca degli Alberi, Torre Unicredit, Bosco Verticale etc.
Questo intervento forse ha segnato il vero punto di partenza della rinascita meneghina, vuoi perché è stato quello terminato per primo, vuoi per la sua centralità e vicinanza ad altri luoghi nevralgici della città. Si è trattato di un modello virtuoso, portato avanti con rapidità e con alla base una visione olistica di stampo prettamente internazionale.
Tornando alla notizia iniziale, indovinate un po’ chi è che ha ideato, promosso, investito, gestito ed organizzato tutta questa operazione? Esatto, la risposta corretta è proprio COIMA.
Sapere che quella che probabilmente è la più importante impresa italiana del settore, un’eccellenza unica per il nostro Paese, abbia deciso di investire con forza su Roma, può far ben sperare che si inneschi in futuro un percorso similare a quello già vissuto nella Capitale Morale.
In tal senso sono da accogliere con profonda attenzione le parole del Chief Investment Officer Gabriele Bonfiglioli: “Roma è un mercato con una valenza strategica per Coima e una città con un grande potenziale per interventi di riqualificazione urbana, dove si può celebrare finalmente una capacità italiana di fare squadra”.
Oggi in città assistiamo ad un certo fermento cantieristico, sono ripartite le infrastrutture con l’asse centrale della Metro C, di cui a breve dovrebbero aprire gli altri cantieri lungo Corso Vittorio Emanuele per arrivare nella zona dell’Olimpico, partiranno i cantieri del Tram, il sottopasso di Via della Conciliazione, si riparla di Metro D, sembra vedremo anche completate le Vele di Calatrava etc. Se di pari passo dovesse partire una riqualificazione di alcune zone sul modello di quello di Porta Nuova, forse tra una decina d’anni potremo parlare di una rinascita di Roma, e questo a prescindere da eventi come il giubileo o di manne dal cielo come il PNRR.
Incrociamo le dita, intanto osserviamo cosa succederà per una gara che è ai nastri di partenza, quella della Ex Fiera di Roma sulla Colombo. A Milano come dicevamo è nato Citylife, vediamo cosa accadrà da queste parti e chissà che COIMA non partecipi anche a quella gara…
E come dice il proverbio, se son rose…
PICS:
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